In che tipo di Famiglia vorrebbe nascere e crescere un Bambino?

Sulla “testa” dei Bambini aumentano le nuvole: stanno diventando “oggetti politici”, visti da destra e da sinistra. A destra si “urlano” i diritti a dare a loro una famiglia “tradizionale” sulla base di princìpi religiosi. A sinistra si “urlano” i diritti individuali di donne e uomini ad avere ogni tipo di famiglia.

Purtroppo a fine aprile avremo a Verona due manifestazioni e vedremo “bambini di famiglie arcobaleno” contro “bambini di famiglie naturali”. Tragico…Ci sarebbero argomenti a favore degli uni e degli altri, ma si rifiuta un dialogo sulla base dei Diritti universali dei Bambini.

Dino Pedrotti ha invitato tutti i Consiglieri della Provincia autonoma a mettere in primo piano questi Diritti, che dal 1989 limitano “dal basso” i Diritti universali dell’Uomo e della Donna del 1948 (molti dei quali sono stati raggiunti dopo la contestazione del 1968)

Riflessioni sul Congresso di Verona e sulle proteste di Trento

La voce di un Neonatino rivolta a tutti i politici…

Nel mio vecchio cervello (troppo vecchio?), tra gli spiriti delle persone che mi hanno fatto come sono, c’è da parecchi decenni lo spirito di un Neonatino di mezzo chilo che tante volte ho preso in mano nella mia vita (l’ho chiamato affettuosamente “Nipio”)…

Ho imparato da lui più che dai “Grandi” della politica, della medicina, della scuola, della famiglia (e anche della religione…). 50 anni fa, dandogli voce e ascolto, ha cominciato a dirmi che vorrebbe realizzati tre suoi diritti esistenziali: anzitutto vita e salute, poi mamma e coccole e infine una famiglia e una società in cui lui possa crescere e realizzarsi. Quanto a salute e coccole, al Neonato trentino è stato dato molto di quel che lui si aspettava, come “soggetto di diritti” e non più come “oggetto di cure” come era considerato.

Quanto ad ambiente familiare, oggi troppi bambini vivono in famiglie fragili, in cui uomini e donne, in nome della “libertà”, lo considerano ancora “oggetto”, di proprietà o di piacere. I Grandi proclamano (anche con la violenza) i Diritti del 1948 ad essere “liberi e uguali”, senza capire che non si può essere uguali senza uno “spirito di fraternità”, di amore universale… Dal 1968 insistono a proclamare “libertà”: dall’autoritarismo, dal maschilismo, dal paternalismo. Ma pare che nell’attuale “mondo liquido” non si capisca che anche il femminismo, il permissivismo, il libertarismo stanno nuocendo, e molto, al Bambino, l’essere umano più fragile e più debole, che dovrebbe avere “al suo servizio” genitori, pediatri, lavoratori!

Ci si è fermati al ’68 e non ci si è aggiornati ai “Diritti universali del Bambino” proclamati nel 1989 da ogni stato del mondo. Questi dovrebbero essere sempre citati, perché limitano i “Diritti dell’Uomo e della Donna” del 1948, dando precise responsabilità! Indicano “la Famiglia come nucleo di base della società”, con genitori responsabili (si citano in particolare i “padri”), genitori che devono avere “un ruolo attivo, per garantire il benessere di tutti i bambini in tutte le società”. E tutto in modo molto, molto laico!

I Diritti del Bambino non devono essere visti da Destra e nemmeno da Sinistra: il Bambino è “oltre ogni dualismo”, oltre il maschile e il femminile, oltre il passato e il presente, oltre il confessionalismo e il laicismo… Pretende di essere messo in mezzo al tavolo e su di lui devono dialogare Chiesa, Lega, Destra, Radicali, Verdi, Sinistra… per una politica che legiferi “in nome del Popolo delle Future generazioni”.

Al Congresso di Verona vedremo invece un Bambino strumentalizzato, portato in piazza come “oggetto politico” da famiglie tradizionaliste cattoliche da una parte e da famiglie arcobaleno dall’altra…

Non dobbiamo tornare al paternalismo (bambini maltrattati!), ma nemmeno difendere permissivismo e libertarismo (bambini viziati!). Si deve guardare con responsabilità al futuro, alle “future generazioni”, al benessere e alla felicità del Neonato di oggi, che sarà cittadino protagonista tra 15-20 anni.

In questi giorni ci si è emozionati di fronte al “partito di Greta” per l’ambiente (per quanto tempo?); il “partito di Aylan”, il bimbo profugo del mar Nero, è durato un solo anno… Ci si continua a ribellare di fronte a quotidiane notizie di bullismo, disagio e violenza giovanile, invocando una poco efficace e spesso inutile prevenzione secondaria (psicologi a scuola) o terziaria (carcere, l’esercito a Napoli…).

La prevenzione primaria (i contadini ce lo insegnano) si deve fare all’inizio della vita, garantendo dialogo, responsabilità, stabilità (in nome del Bambino, più che in nome di Dio). Per la prima volta al mondo genitori e nonni devono studiare e i giovani devono prepararsi alla genitorialità, oltre che all’affettività.

Donne e uomini sono meno “liberi” nel momento in cui decidono di mettere al mondo un figlio! Devono preparare bene le fondamenta di una famiglia stabile, come si fa per una casa. C’entra anche la religione, ma poco! Sono ben documentati i danni per la società nel caso di figli con genitori separati ed è inaccettabile per il Bambino una società in cui più del 30% dei genitori si separano… Non “in nome di Dio” o “in nome del Popolo”, ma “in nome del Futuro, in nome del Neonato di oggi” occorre che la politica (e la religione) scendano a livello del più debole tra i deboli, perché l’Umanità futura sia “a misura di Bambino”!

Dino Pedrotti

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